Montosero
Contributo di Roberto Boiardi
Il paese prende il nome dall’ omonimo monte Osero una montagna dell’appennino ligure/piacentino di oltre 1300 metri situata sullo spartiacque tra la Val Perino e la Val Nure, sul versante sud-ovest , ad ovest abbiamo la val Perino, a nord-est il monte Zucchero su cui sono stati ritrovati dei reperti riferibili all’età del bronzo, quindi indice dell’antico popolamento di queste aree, ed infine ad est abbiamo una bella veduta che spazia sulla media ed alta Val Nure. Il nucleo rurale storico di Montosero è abbarbicato intorno alla sua antica chiesa dedicata a Sant’andrea le prime notizie risalgono al 1499 quando questo luogo di culto cristiano era retto da Don Domenico Piccoli che era pure rettore della chiesa della non lontana Calenzano. Andando poi al 1656 Don Domenico Cavanna scrisse: “Sotto le mie suddette chiese ( La chiesa parrocchiale di San Lorenzo, di Sant ‘Andrea di Montosero e di San Biagio in Erbia ) non vi sono bestemmiatori, usurai, concubini di sorta alcuna, né streghe né stregoni.” L’area su cui sorge la chiesa il campanile ed un piccolo Camposanto ha una forma semicircolare ed è delimitata da un muro perimetrale in sasso molto ampio di circa 80 metri; la chiesa è rialzata di circa 5 metri rispetto al piano viabile in quando come da prassi gli edifici di culto venivano posti in posizione rialzata e dominante rispetto agli altri edifici. L’antico nucleo rurale di Montosero con strutture in pietra e “ciappe” si trova immediatamente alle spalle della chiesa in direzione nord-est e vi sono osservabili alcuni edifici purtroppo oramai in rovina con murature curvilinee seguenti l’andamento della stradina che lo attraversa dandoci visivamente e coerentemente la realtà viaria del borgo immutata nel tempo. Negli antichi edifici in pietra ritroviamo alcune precise caratteristiche riferibili all’ architettura eulitica primitiva inglobata in altre strutture pseudo eulitiche che ci portano ad antichi sistemi costruttivi locali quali ad esempio l’utilizzo di anche grosse architravi in legno. Da menzionare anche l’originale sorgente sulfurea posta a circa 400 metri dalla chiesa verso nord-est originata dalle falde del monte Zucchero raggiungibile seguendo una vecchia strada a tratti ancora lastricata.
Bettola